Il diabete è un’epidemia globale che colpisce un sempre maggior numero di uomini, donne e bambini di tutto il mondo. E’ una patologia che può condurre a complicazioni al cuore, ai vasi sanguigni,agli occhi, ai reni, al sistema nervoso eai denti. Nei paesi industrializzati il diabete è la principale causa delle malattiecardiovascolari, della cecità, dell’insufficienza renale e dell’amputazione degli artiinferiori.Si prevede che, entro il 2045,629 milioni di adulti saranno diabetici.
Il Lions Club di Fano ha voluto dedicare la giornata dell’otto marzo a Francesca D’Addio giovane e brillante medico per sue ricerche sul diabete infantile, e ha organizzato presso la Sala della Fondazione Carifano alle ore 17.00 il seminario dal titolo “ Diabete: il lungo cammino della ricerca”.
Francesca D’Addio ha completato gli studi in Medicina e Chirurgia trasferendosi negli Usa per conseguire il dottorato nella prestigiosa Università di Harvard, a Boston,dove ha conosciuto Paolo Fiorina, professore di endocrinologia e scienziato di fama mondiale, entrando nel suo gruppo di lavoro all’ospedale pediatrico Boston Childrens Hospital. E’ rientrata in Italia nel 2016 per proseguire progetti di ricerca diabetologica con la Fondazione Invernizzi e l’Università degli Studi di Milano presso l’ospedale Sacco a Milano. L’esito di questo lavoro è stato trattato dalla stampa specialistica internazionale: la scoperta di una nuova malattia immunologica, classificata per il momento come Iper-Th17 sindrome, che potrebbe favorire l’insorgenza di malattie immuno-mediate come il diabete pediatrico. La ricercatrice fanese ha ottenuto a Monaco di Baviera nel 2016 il premio Stella Nascente della Fondazione europea per gli studi sul diabete, prima ricercatrice italiana a ricevere il prestigioso riconoscimento, accompagnato da un’assegno di 30.000 euro. Proprio di recente, poi, un finanziamento internazionale importante è stato attribuito alla start-up innovativa fondata dalla stessa D’Addio e da Fiorina, che sta sviluppando nuovi approcci terapeutici per il trattamento del diabete edelle sue complicanze gastrointestinali sulla scia del primo gande lavoro pubblicato dal team su Cell Stem Cell nel 2016.Questa start-up si inserisce nell’ambito di un progetto più ampio che si propone di trovare una cura al diabete, non solo di alleviarne i sintomi, facendo in modo che le cellule del pancreas residue che producono insulina vengano preservate. Lo studio è in fase di ricerca, ma i suoi progressi hanno conquistato la fiducia degli investitori. Ora si potrà concludere il lavoro che individuerà il farmaco da portare avanti nelle fasi di sperimentazioni successive.
Ma il gruppo non si ferma ed è già pronto anche un nuovo piano di sviluppo per un’altra strategia terapeutica per la cura del diabete autoimmune nata sull’onda di un altro lavoro pubblicato su Science nel 2017. Qui lo scopo è sviluppare una tecnica di ingegneria genetica sulle cellule staminali ematopoietiche che nel paziente con diabete hanno un difetto e che la terapia genica può correggere rispristinando così la funzione immunosoppressiva che tiene a bada la risposta autoimmunitaria. Anche qui l’enorme successo ottenuto nei modelli preclinici sta spianando la strada all’attivazione di un potenziale clinical trial che però richiede fondi ingenti per la produzione delle cellule geneticamente modificate con le apposite certificazioni.