Il Service dell’Anno per il Lions Club Forlì Host è “La Valigia di Caterina”, dedicato alle donne maltrattate che stanno usufruendo del programma protezione gestito dal Comune di Forlì presso il Centro Donna, e che sono in procinto di ripartire con una nuova vita, dopo essersi ribellate al maltrattamento in famiglia.
Il Multidistretto 108 Italy ha individuato questo bisogno come urgente fra i tanti bisogni che in questi ultimi tempi affliggono la nostra società. Il Lions Club Forlì Host ha cominciato a rispondere a tale sollecitazione stilando, in collaborazione con gli Assessori Avv. Rosaria Tassinari e Dott.ssa Andrea Cintorino e con la Funzionaria del Comune Dott.ssa Giulia Civelli un progetto di massima del Service che si andrà via via a comporre di tutte quelle parti fondamentali di cui è composta una valigia nel momento in cui una persona decide di ripartire per una nuova vita ricominciando da zero.
Sono la nuova Presidente del Club e sono anche una Psicologa che ha lavorato per 43 anni nei Servizi, spesso anche in collaborazione con i Servizi Sociali e di maltrattamenti in famiglia, purtroppo, ne ha seguiti tanti.
Il primo in assoluto fu un fatto gravissimo accaduto nella metà degli anni ’70 e nemmeno a Forlì e lo racconto perché è importante che tutti capiscano esattamente ed in concreto a quali problematiche stiamo cercando di portare il nostro aiuto.
Ero stata assunta da pochissimi mesi e la mia preparazione era freschissima di laurea, ma non di esperienza, quando vengo chiamata d’urgenza dalle forze dell’ordine per assistere ad un interrogatorio dove era coinvolto un minore. Arrivo in caserma e da uno specchio unidirezionale mi fanno vedere un bambino di circa 8 o 9 anni seduto da solo in un ufficio a testa bassa e ancora con le braccine sporche di sangue ormai diventato marroncino. Mi dicono che ha accoltellato il padre con un coltello da cucina mentre costui in quel momento gli volgeva le spalle e violentava la sua mamma sul tavolo di cucina.
Io provenivo da una famiglia normalissima e la violenza così nuda e cruda non l’avevo mai toccata dal vivo neanche nei film. Ero stata educata all’amore ed al rispetto fra le persone e quindi non avevo proprio nessun schema di riferimento a cui aggrapparmi ma ugualmente dovevo fare qualche cosa di utile per quel bambino. E così chiesi di non cominciare subito ma di lasciarmi un po’ “fare amicizia”.
Luca (nome inventato) se ne stava lì, immobile, non piangeva e non rideva, sembrava staccato dalla realtà.
Mi presentai, gli dissi chi ero e perché ero lì. Silenzio. Allora, visto che nessuno mi aveva mai preparata ad affrontare una situazione simile, agii d’istinto. Gli raccontai che ero sconvolta anch’io come lui perché era successa una cosa molto brutta ma che di sicuro non era colpa sua e che avevo tanta voglia di abbracciarlo per fargli sentire che io c’ero ed ero lì per aiutarlo e per proteggerlo. Così gli toccai le mani che erano gelate e poi passai alle braccia ed alle spalle ed alla fine me lo presi in braccio e più lo massaggiavo più si scaldava e si rilassava. Gli proposi di raccontarmi esattamente cosa era successo e lui partì come un fiume in piena in un racconto terribile composto da tanti fatti precedenti dove c’era una mamma che abitualmente veniva picchiata con qualsiasi motivazione, trascinata per i capelli giù per le scale, presa a pugni per degli spaghetti scotti, presa a calci mentre dormiva e lui ed i suoi fratelli avevano tanta paura che lei morisse. Così quel giorno a Luca era venuto in mente che lui poteva difendere la sua mamma, aveva preso un coltello che era dentro al lavandino e lo aveva ficcato dentro alla carne del padre. A quel punto mi chiese se era morto e io gli dissi di no, che era in ospedale ma che non sarebbe morto. Aggiunsi che la sua mamma stava abbastanza bene e che molto presto sarebbe stata lì anche lei ed azzardai anche che da quel momento le cose sarebbero cambiate.
Non vado oltre perché non avrebbe senso ma tutto questo per spiegare in modo chiaro cosa spesso si intende per maltrattamento. Aggiungo che in seguito incontrai situazioni anche peggiori ma ho riportato questo episodio perché questo fu il mio imprinting.
Ecco perché quest’anno ho, insieme ai miei Soci ed amici del Lions Club Forlì Host, scelto come Service principale dell’anno La Valigia di Caterina. Aggiungo che Caterina non sono io, ma che prende il nome dell’Avvocatessa vicentina Caterina Evangelista che per prima ebbe la sensibilità di cogliere questo bisogno e di tradurlo in un Service che noi Lions abbiamo poi in tanti club tradotto in un aiuto concreto.
Questo è il primo di altri articoli che usciranno nel corso dell’anno perché è importante che la nostra città sappia che la piaga del maltrattamento grave è qui, presente anche fra di noi. Ed è importante parlarne perché anche questo è un modo per fare cultura. Caterina Rondelli