Una lezione davvero speciale, sicuramente indimenticabile, quella cui hanno partecipato gli studenti del Liceo Classico  e Scientifico di Lugo di Romagna il 26 febbraio scorso, grazie ai Leo della città. Protagonista non gradito: il femminicidio, un  tema tragico e attuale, legato alla violenza di genere, che pur avendo radici antiche sembra scegliere, oggi, forme sempre nuove di orrore per manifestarsi, fino ad assumere i contorni di una vera emergenza nazionale.

Testimone vivente di questo orrore la signora Giovanna, madre di Giulia, assassinata dal marito l’11 febbraio del 2009. Un delitto atroce, inspiegabile, assurdo, che ha lacerato il tessuto di una vita costruita intorno agli affetti e ai valori  della famiglia. Giovanna si prende, suo malgrado, la scena dell’aula magna del Liceo e racconta, come solo una madre può fare, il dolore struggente che questi delitti si portano dietro ed il vuoto incolmabile che essi lasciano alle famiglie delle vittime. Le ragazze e i ragazzi presenti ascoltano commossi il racconto, quasi attoniti di fronte a tanta brutale violenza. Le parole sono semplici , ma ferme e piene di sdegno, il tono è accorato, ma capace di trasmettere, con lucidità e rigore, la consapevolezza che “banalizzare il male possa significare tollerarlo e spianargli in qualche modo la strada.”

Battuta dopo battuta, Giovanna racconta il suo penoso “viaggio all’inferno” e la partecipazione dei ragazzi trasforma ben presto quel lutto privato in un dramma collettivo, in una voglia diffusa di vivere in una società più giusta, senza violenza e sopraffazione, fondata sul rispetto e sul riconoscimento di diritti uguali per tutti. Allora spuntano, quasi in sordina, le domande di chi chiede a Giovanna come sia riuscita a sopravvivere a tanto dolore, o a trovare la forza di riviverlo raccontandolo… E c’è chi , con la voce che trema, parla della propria esperienza, di “quel ragazzo che mi ha tormentato per anni facendomi  vivere nella paura” , o chi confessa, con disarmante sincerità, il timore di non saper affrontare esperienze così forti… E dalle domande sorge forte e condivisa la consapevolezza del male e il coraggio delle denuncia senza se e senza ma.

Bravi ragazzi, bravi LEO, a darci la misura di un impegno che deve vederci tutti uniti, perché la morte di Giulia e quella di tante altre, troppe, donne private del loro diritto alla vita non siano vane.