Due soci, il Dr. Marco Candela, Direttore Unità Complessa di Medicina Interna al Carlo Urbani di Jesi nonchè Coordinatore Distrettuale GLT, e Anna Maria Schimizzi, Dirigente Medico nello stesso Reparto, ci hanno raccontato la loro esperienza vissuta in prima persona nei mesi più intensi e critici presso i reparti Covid dell’Ospedale non solo dal punto di vista medico, ma anche da quello emotivo.
Inoltre abbiamo avuto il piacere di ascoltare l’Ing. Cristiano Cardinali, marito della nostra socia Daniela Valentini, con la sua testimonianza di contagiato covid e dei 53 giorni passati in isolamento.
Erano presenti in collegamento il Governatore Tommaso Dragani, il primo vicepresidente Francesca Romana Vagnoni, il secondo vicepresidente Franco Saporetti ed anche la neo eletta come secondo vicegovernatore per il prossimo anno, Francesca Ramicone.
Dopo l’introduzione del cerimoniere distrettuale Corrado Curti e del cerimoniere del club, Paolo Mariani, la conferenza è iniziata con un’intervista che il presidente del club, Roberto Pacini, ha rivolto all’Ing. Cardinali.
Le risposte alle varie domande ci hanno descritto lo stato d’animo e le difficoltà incontrate in famiglia nel periodo di isolamento.
“Ho avuto dolori articolari molto forti che, fortunatamente, sono durati solo un giorno. Dopodichè ho perso il senso del gusto e il tampone, per la verità un po’ tardivo, ha poi decretato il mio contagio.
Sono stato in isolamento a casa per ben 53 giorni. Avevo paura di contagiare mio figlio e mia moglie, ma anche la paura di lasciare tutto e sentirmi morire soffocato. Il contatto con la mia famiglia avveniva solo telefonicamente e grazie alla loro vicinanza e il loro affetto sono riuscito a passare questo periodo. Devo ringraziare il mio medico di famiglia che mi ha assistito in maniera impeccabile”.
L’ultima sua esternazione è una vera e propria ragione di vita: ”Ora apprezzo maggiormente la quotidianità da sano. Trovarsi tutti insieme a tavola la sera è un dono”.
A seguire la relazione di Anna Maria Schimizzi che ha illustrato le caratteristiche e le particolarità di questo virus che si è manifestato con grande impatto sul genere umano. Diverse le domande che l’hanno interessata. Di particolare interesse la risposta ad una domanda riguardante quali terapie, in quanto di diretta personale osservazione nel corso della degenza, hanno avuto maggiori e migliori risposte dal punto di vista clinico. Questo dato è risultato di particolare interesse medico sia per debellare il virus, sia ma è per la ricerca scientifica.
Poi Marco Candela ha dapprima ringraziato il Multidistretto Lions per la donazione di un ventilatore pressovolumetrico al Carlo Urbani e il club di Jesi per le donazioni di un umidificatore ad alti flussi e di dispositivi di sicurezza per gli operatori, ma anche di 20 televisori che hanno alleviato il peso gravoso di degenze prolungate in isolamento.
Ha poi messo l’accento sulla comunicazione da parte di istituzioni scientifiche nazionali ed internazionali che non hanno certo favorito una lineare gestione della pandemia
“…..forzati isolamenti domiciliari di pazienti infetti che giungevano in ospedale in fin di vita ed una infinita pluralità di alternative farmacologiche al debutto miracolose sulla base dei più disparati quanto ipotetici punti di attacco al virus, sono tutte storie di vita realmente vissuta che possono giustificare soprattutto nel mese di Marzo l’elevato tasso di mortalità osservato ed il frequentissimo ricorso a strutture di terapia intensiva quale estremo step di trattamento.”
Se proprio vogliamo attribuirci un nostro merito, abbiamo subito compreso la necessità di ipotizzare in anticipo vari step di intervento da attivare in base a quanto richiesto dal progredire della pandemia.”
In tempi rapidissimi, Anna Maria e Marco hanno progressivamente attivato e coordinato 4 reparti Covid per un totale di 78 posti letto.
“Tutte le figure professionali hanno incessantemente lavorato per settimane trascurando ogni limite di orario di lavoro, riposi, recuperi da turni festivi o notturni.”
Alla domanda con quale stato d’animo abbiano vissuto tutto questo ha risposto:
”Ci tengo a sottolineare, nessun atto di eroismo nè ruoli da trincea, abbiamo soltanto fatto quel dovere richiesto dalla drammaticità della situazione. Una dura realtà lavorativa, fisica, psicologica che gli operatori sanitari hanno vissuto sempre fortemente motivati a cooperare in una struttura ospedaliera che non ha mai perso neanche un secondo il controllo della situazione senza mai accusare momenti di sbando o di collasso”.
La nota finale poteva provenire solo da un attento osservatore capace anche di capire l’umore e lo spirito dei suoi collaboratori.
“L’utilizzo di mascherine, visiere, tute ci ha fatto riscoprire una sorta di linguaggio degli occhi. Occhi scintillanti ad inizio turno, leggermente più opachi al termine ma sempre vivi ed illuminati dall’entusiasmo di agire per il bene di chi è spesso terrorizzato dalla condizione che sta vivendo. Occhi che mi hanno confortato con la loro luminosità e che sono stati opportunamente raccolti in un enorme poster offerto dalla locale Comunità Islamica posto nella Hall di ingresso dell’Ospedale a testimonianza che non dimenticheremo mai tutto questo.”
Dopo circa due ore si è conclusa la videoconferenza che sembrava non finire mai per una serie di domande da parte di soci e ospiti.
Doveroso il ringraziamento alle autorità lionistiche che hanno partecipato a partire dal Governatore Distrettuale Tommaso Dragani, ad Anna Maria e Marco per i loro interessanti ed illuminanti interventi e a Cristiano Cardinali per la sua testimonianza sul contagio.