Il Lions Club Imola Host da quattro anni organizza un service dal titolo “@vvisi ai naviganti” sull’educazione all’impiego dei nuovi media da parte dei giovani. Quest’anno il progetto, dopo diversi esperimenti, è giunto alla sua completa definizione individuando il modello più adatto al raggiungimento dei migliori risultati nel tempo.

Prima di illustrare quanto realizzato vorrei però soffermarmi sul bisogno educativo al quale il service del Lions Club Imola Host sta cercando di dare una risposta. Gli utenti dei social media sono del tutto inconsapevoli di cosa comporti la costante interazione in rete, della enorme quantità di briciole informative che costantemente lasciamo nel nostro navigare nel web. Frammenti informativi che poi si ricompongono, secondo schemi artefatti, al fine di rappresentare la nostra identità “profilata”.

L’identità che ne deriva è il biglietto da visita che d’ora innanzi ci raffigurerà ovunque, dal colloquio di lavoro alle relazioni personali. La possibilità di determinare, grazie alla sempre maggiore mole di dati, un’identità profilata, dal punto di vista dello sfruttamento economico per fini commerciali ha un potenziale elevatissimo.

Per questo sempre più piattaforme offrono servizi online – solo apparentemente gratuiti – dietro il “corrispettivo” di poter impiegare liberamente i dati condivisi dagli utenti. A questo si aggiunga che i dati diffusi in rete sono destinati a persistere per tempi molto lunghi (se non per sempre) e, pertanto, sono in grado di influenzare la nostra esistenza per anni

Da ultimo, fra gli ulteriori aspetti che hanno evidenziato l’insorgere di un nuovo bisogno educativo, vi sono i molteplici episodi di bullismo, di sexting, di adescamento online, di furto d’identità, di gambling, etc., che, purtroppo, ormai quotidianamente investono la cronaca, le nostre scuole e le nostre case. A fronte di questo bisogno si deve constatare una inadeguatezza degli educatori, una scarsa collaborazione fra scuola e famiglia, un’incapacità dell’adulto di farsi ascoltare dal ragazzo.

Il L. C. Imola Host, constatati tutti questi fattori ha cercato di strutturare un service che potesse affrontare ogni aspetto evidenziato.

Il progetto ha visto la partecipazione di due istituti superiori e di due istituti di scuola secondaria inferiore.

Alla luce della necessità educativa e delle difficoltà riscontrate nei diversi soggetti coinvolti dalle tematiche in argomento, si è deciso di suddividere il service in quattro distinti percorsi formativi.

Il primo percorso ha interessato i genitori di tutti gli istituti coinvolti (circa 400 partecipanti effettivi) in tre incontri con esperti di Telefono Azzurro (Dott. Giovanni Salerno), dell’Università di Bologna (Prof. Avv. Michele Martoni) e di Cisco Systems (Ing. Matteo Masi).

Il secondo percorso ha, invece, coinvolto gli insegnanti (circa 150 partecipanti) che hanno attivamente preso parte ad un seminario formativo a cura degli esperti del settore dianzi citati.

A questi due percorsi è poi seguita la terza parte del progetto.

È stato realizzato un percorso formativo di 10 ore sui temi dell’uso consapevole della rete, della tutela dei dati personali, della legalità in rete. A questo percorso ha partecipato un gruppo selezionato di allievi (30 ragazzi) della classe quarta degli istituti superiori coinvolti.

Questi ragazzi al termine del loro percorso hanno assunto la qualifica di “peer educator”.

Si sono quindi recati, a gruppi di 5, in ciascuna classe delle scuole secondarie inferiori coinvolte nel progetto ed hanno tenuto una lezione ai loro più giovani colleghi (circa 800 ragazzi partecipanti).

La Peer Education – o educazione tra pari – è un approccio educativo che punta a fare dei ragazzi i soggetti attivi della propria formazione, coinvolgendoli in un modo di operare diverso rispetto ai tradizionali metodi di formazione-prevenzione frontale.

Attraverso la Peer Education, a seguito di una prima formazione dei peer educator da parte degli aldulti (insegnanti o specialisti), sono i ragazzi stessi a confrontarsi fra loro, scambiandosi punti di vista, ricostruendo problemi ed immaginando autonomamente soluzioni.

L’obiettivo ambizioso del service è quello di strutturare un percorso permanente “istituzionale” che possa trovare piena cittadinanza nella formazione dei ragazzi. L’intento è quello di formare ogni anno 30 ragazzi delle classi quarte degli istituti superiori coinvolti. Questo consentirà, a partire dal secondo anno, di avere 60 peer educator a disposizione.

Il numero elevato di educatori consentirà di poter organizzare un incontro in ogni classe delle scuole secondarie inferiori della città dando vita ad un percorso di educazione civica in ambito web ad oggi del tutto assente dai programmi scolastici in modo così strutturato.

Il bisogno educativo è forte e le possibili conseguenze negative nel futuro davvero importanti. Questo tema è strategico ed il Lions Club Imola Host ha deciso di investire le proprie energie e le proprie risorse nella sua realizzazione.

 

Maggiori informazioni sul service sui siti:

https://insiemenellarete.wordpress.com

https://lionsimolahost.wordpress.com/ragazzi-in-rete-vvisi-ai-naviganti/

Michele Martoni

Lions Club Imola Host